• Questo topic ha 3 risposte, 3 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 4 anni, 4 mesi fa da Alex.

Vorrei uccidere qualcuno

    rabbiaE’ difficile spiegare quel è il mio problema quando nemmeno io lo so definire, quando le parole che cerco per descriverlo si nascondo e scappano in mezzo a tutti i pensieri malati che mi ritrovo a fare, e di cui ho sempre più paura.
    Sono una ragazza di 17 anni. Sono un’autolesionista da circa 4 anni e questo non lo sa nessuno, ho seri problemi a relazionarmi con le persone, ho mille fobie, che vanno ben oltre ai ragni o gli spazi troppo grandi, ho paura ad uscire di casa, sento che tutta quell’immensità del mondo potrebbe opprimermi, non parlo con nessuno, e a scuola è un disastro, non ho amici, e non riesco ad interagire in alcun modo. Odio follemente il contatto fisico, al solo sfiorare qualcuno mi vengono attacchi di panico che a volte durano tempi interminabili e che alla fine mi stancano come non mai. Passerei le mie giornate a letto. Ho continui sbalzi d’umore, arrivo a ridere a piangere, a piangere e ridere in una frazione di secondo, vivo in un costante senso di ansia e nervosismo, fatico a gestire le emozioni in particolare la rabbia. Quando mi arrabbio spacco le cose. E finchè erano casi isolati la gestivo, ma ora sfugge dal mio controllo. Tante volte comincio a vedere offuscato e finisco col fare delle cose che nemmeno pesavo di poter fare.
    La cosa che più mi preoccupa però è il fatto che comincio sempre più spesso a immaginare di uccidere qualcuno. Mi affascina l’idea del sangue non mio che mi cola dalle mani. E ovviamente questo potrebbe essere un problema dal momento che non voglio far male a nessuno in particolare, la mia è essenzialmente voglia di tagliare la gola al primo che passa. Solo che non è solo un pensiero. Sono immagini che mi si costruiscono davanti agli occhi, frutto di una mente che mi preoccupa sempre di più perché la sento lontana, estranea, cattiva.
    La mia vita sta diventando un inferno giorno dopo giorno, un lento susseguirsi di tragici fatti che mi sta distruggendo anima e corpo, tanto che se non riesco a trovare una soluzione, prima di fare male a qualcuno (faccio veramente tanta fatica a reprimere questi veri e propri istinti), metto fine alla mia vita, come ho già pensato e immaginato tante volte. Solo che ora sono realmente a un passo dal farlo.

     

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    Cara amica,
    da quello che ha scritto è un momento difficile e, a tratti, drammatico rispetto al vissuto emotivo che sta emergendo e che non le permette di essere serena e di vivere la sua età.

    Mentre leggevo mi venivano in mente alcune domande rispetto il suo quotidiano, sopratutto in merito alla questione dell’autolesionismo, quattro anni sono un tempo considerevole per convivere con questo disagio sia fisico che emotivo e la crescita di queste manifestazioni rabbiose merita credo un’attenzione particolare.

    La rabbia è una delle nostre emozioni maggiori che in alcuni contesti può essere un qualcosa che se convogliata nella giusta direzione, può essere trasformata in vissuti positivi ed energici, e se vissuta ed elaborata in maniera corretta, ma in questa situazione mi arriva una rabbia che copre anche una grande sofferenza e mi scuso se scrivo questo ma anche una profonda solitudine magari dettata da altri fattori che all’interno di questa mail non ha sottolineato.

    Credo che il fatto di aver esternato le sue preoccupazioni riguardo ciò che può scaturire questa profonda rabbia, sia già un modo per buttarla fuori e per cercare un aiuto rispetto a quello che ha descritto, come credo che potrebbe essere una buona cosa per lei cercare un sostegno attraverso un percorso terapeutico.

    Queste situazioni sono molto difficili a volte da trattare completamente da soli, immagino non sia facile all’inizio affidarsi a qualcuno ed iniziare anche a confidarsi per trovare una nuova strada per affrontare tutto questo, ma nel tempo laddove ci sia una buona intesa terapeutica tutto questo può essere possibile.
    E’ una giovane donna che sono sicura, ha in lei molte potenzialità e risorse che nel tempo possono essere di nuovo messe in campo per una vita piena e ricca di tante nuove emozioni che non siano solo vissuti di rabbia o di paura.

    Un percorso di questo tipo può aiutarla a comprendere nel tempo sè stessa, ed il mondo dal quale sempre di più si sta un pò distaccando, attraverso la paura di contattare l’altro, ma prima di tutto sè stessa e questo è inevitabile che porti sofferenza e a lungo andare quasi un senso di de-realizzazione da tutto ciò che siamo.
    Non lasci che queste manifestazioni di sofferenza prendano il posto a tutto ciò che potrebbe nel tempo ri-costruire e vivere.

    “La rabbia è una follia momentanea, quindi controlla questa passione o essa controllerà te.”
    Quinto Orazio Flacco, Epistole, 20 a.e.c.

    Un caro saluto,
    Dott.ssa Emanuela Venanzoni.

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    Sono una 15enne ed ho un serio problema. È da poche ore stata annunciata la morte del cantante XXXtentacion. La cosa che non so spiegarmi è: com’è possibile che, proprio nel pomeriggio del giorno in cui decido di approfondire la conoscenza musicale del cantante, lui venga sparato? Mi è successo anche con David Bowie. Dopo aver letto una frase di una sua canzone su di un libro e averlo conosciuto, è morto.

    Sono legata alla morte di molte persone famose e sono quasi certamente convinta di esserne responsabile. Vorrei solo sapere se la situazione che vivo ormai da anni ha un nome, e soprattutto se c’è il rischio che in qualche modo io faccia morire anche persone a me care. Ed una cura? C’è una cura?

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    Cara Giusy,
    cerca di smettere di pensare a cose inutili e semplificati la vita,  crescendo un po’

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