Sulla via dell’anoressia…

    Salve. Sono una ragazza di 21 anni. Circa 4 o 5 mesi fa ho iniziato autonomamente una dieta ipocalorica, ma senza dare troppo peso alla faccenda. Da un paio di mesi però mi sono accorta che il cibo è diventato per me il fulcro delle mie giornate. Appena mi sveglio la prima cosa che faccio è toccarmi il ventre per assicurarmi che sia “scavato”. Poi vado in bagno a pesarmi, lo faccio anche due o tre volte al giorno. Quando si avvicina il momento dei pasti comincio a innervosirmi se non sono stata io a cucinare o se mi accorgo di essere controllata dagli altri, perché mi sento obbligata a mangiare, e dopo mi sento in colpa tutto il giorno… Quando mangio di più mi sento debole ed è come se non riuscissi a fermarmi. Se a pranzo sono sola solitamente mangio uno yogurt magro e due o tre biscotti nel pomeriggio. Sono ossessionata dal conteggio delle calorie, e sono diventata abitudinaria nell’alimentazione (yogurt, biscotti integrali, mele, verdure, salmone). Non faccio sport. Tutto questo mi rattrista perché da una parte sono sempre frustrata da questa mania di controllo (la fame, il peso, le calorie, le quantità), dall’altra più perdo peso più sento un profondo senso di benessere e soddisfazione, mi sento più bella e non voglio essere contradetta o ostacolata. Ora sono alta 176cm e peso 50kg, ma non mi sembra abbastanza. Insomma alcuni mi dicono che sono sottopeso e cominciano a preoccuparsi, ma non mi si vedono le costole perciò non posso essere così preoccupante, no? È un fatto oggettivo. Credo che mi accorgerei se fossi gravemente sottopeso. Non capisco…
    Ah, inoltre mi infastidisce vedere le persone mangiare fino a scoppiare, e mi da altrettanto fastidio se sono io a mangiare più di qualcuno. Mi da l’idea di non essermi trattenuta abbastanza.
    Non so cosa fare, non capisco dove finisca la realtà e dove cominci la mia fobia.

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    Gentile Giorgiana,

    da quello che ci scrive ci sono molti segnali che possano far pensare ad un rapporto con il cibo che merita attenzione e comprensione rispetto a come lo sta vivendo in questo momento, la modalità con cui pone interesse rispetto all’apporto calorico e su come anche si sta nutrendo tralasciando alcuni alimenti importanti per una sana alimentazione credo che debbano essere valutati e visti da vari punti di vista non solo nutrizionali.

    Mi colpiva infatti anche lo stato umorale legato a queste modalità come il fatto di non voler essere contradetta, ma nello stesso tempo avvertire la frustrazione legata a questo controllo che sta assumendo nel confronto del cibo, ma forse anche rispetto la sua vita della quale leggendo dalla mail si evince ben poco.

    Credo Giorgiana che in un momento di sviluppo emotivo e relazionale e probabilmente della sua vita, possa essere utile iniziare a pensare di fare un consulto con uno professionista specializzato in tematiche alimentari, il quale insieme ad un nutrizionista possa eventualmente seguirla ed accompagnarla per comprendere cosa sta succedendo rispetto la tematica del cibo che può nascondere qualche altra situazione che magari fa fatica ad emergere in maniera fluida e che può non essere subito compresa da sè stessa.

    A volte il controllo spasmodico su cose oggettive della nostra vita ed in questo caso di un elemento vitale come il cibo può avere altri tipi di correlazioni con il nostro mondo emotivo che non vanno trascurate, ma vanno piano piano viste ed affrontate in virtù di un maggiore benessere e di serenità.

    Mi tenga aggiornata,
    un caro saluto,

    Dott.ssa Emanuela Venanzoni.

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