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Dr.ssa Federica Serafini.
Suicidio per amore
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Salve, mi trovo a scrivere questa richiesta di aiuto in quanto è ormai da un po’ di tempo che sto valutando l’idea di togliermi la vita.
Sono un ragazzo di 21 anni, sono al terzo anno dei miei studi in ingegneria e la mia vita procede piuttosto regolarmente tra studio, palestra ed amici… eppure è un anno che soffro a causa della separazione con la mia ex ragazza dopo 2 intensissimi anni passati insieme.
La situazione è diventata esasperante, non riesco più a controllare il dolore che provo pensando a lei, nemmeno quando sono in compagnia o sono distratto.
Per dirla tutta, nemmeno l’alcol o le droghe leggere mi aiutano a dirottare il corso dei miei pensieri, che finiscono inesorabilmente su di lei.
E’ cominciato tutto esattamente 12 mesi fa, quando in seguito alla morte di una sua parente, ho iniziato a notarla distante: cercava qualsiasi pretesto per uscire di casa e non pensare a quella perdita, senza mai provare ad affrontare realmente quella mancanza… magari anche col mio supporto.
Ogni volta che provavo a confrontarmi con lei provando a farle accettare la realtà se ne usciva con delle critiche nei miei confronti circa la mia incapacità di comprenderla… da parte mia, io avrei quasi scommesso che le piacesse crogiolarsi nel proprio dolore.
Ad ogni modo è andata avanti così, tra alti altissimi e bassi bassissimi fino a pochi giorni dopo Natale, quando ho sentito il bisogno di prendermi del tempo per stare da solo: lei provava ad evitarmi perchè le sbattevo la verità in faccia, di conseguenza ho scoperto che preferiva nascondermi alcuni dettagli della sua vita in quanto temeva un mio giudizio negativo.
Niente di che, ma siccome entrambi stavamo soffrendo per quella situazione, ho scelto di lasciare anche a lei un po’ di spazio perchè si riprendesse a modo suo.
Non abbiamo mai perso i contatti: abbiamo ricominciato a coltivare amicizie che nel corso di quei 2 anni avevamo trascurato, ma nonostante tutto io speravo soltanto che lei riuscisse a metabolizzare quella perdita affinchè potessimo riprendere da dove ci eravamo interrotti.Mentre io mi dedicavo allo studio e alla mia passione per la palestra, notai che lei aveva cominciato a digiunare, perdendo anche qualsiasi interesse per la sua passione più grande, la danza, nonchè per lo studio e per le relazioni interpersonali: in nome dell’amore che mi legava a lei non potevo far altro che starle vicino spronandola a riprendere le redini della propria vita.
Tuttavia è da quel momento che lei ha cominciato a parlare di voler stare da sola, senza dover dar conto a nessuno e senza dover attendere alle aspettative altrui.
Pensavo avesse semplicemente bisogno di altro tempo per sè, tuttavia dovetti rendermi conto che continuava a sfuggire a quella drammatica consapevolezza di aver perso sua zia rifugiandosi nelle attenzioni di altre persone, a cui si dedicava completamente pur di non doversi confrontare con la solitudine.
E’ andata avanti così, cercandomi nonostante allo stesso tempo “frequentasse” un altro ragazzo, per il semplice fatto che quest’ultimo le donava attenzioni che lei non era costretta a ricambiare se non con qualche bacio.
Sono stato malissimo: vomitavo dal dolore, avevo incubi frequenti e avevo ormai perso qualsiasi tipo di considerazione che mi ero fatto sulla sua persona nel corso di quei 2 anni e mezzo.
Ha contratto la mononucleosi proprio nel periodo del suo 18esimo compleanno, e dopo settimane passate a letto con dolori e quant’altro… alla fine me la sono trovato sotto casa quasi moribonda perchè voleva tornare insieme a me.
E’ cominciato un tira e molla infinito, in quanto io provavo del risentimento nei suoi confronti e quindi non riuscivo a ricominciare, preferendo vedere altre persone anzichè sentirmi come una ruota di scorta.
Allo stesso modo lei mi scansava quando provavo ad avvicinarmi perchè pensava cercassi soltanto del sesso facile.
Ad ogni modo, tra giorni in cui ci vedevamo e molti altri in cui ci alternavamo su chi dovesse ignorare chi… siamo giunti a luglio.
E’ stato un mese intenso, ci siamo visti per due settimane quasi tutti i giorni, fino al momento della partenza per le vacanze estive: mentre viaggiavo in macchina con la mia famiglia avvertivo la sua mancanza come la prima volta che dovettimo separarci per più di una settimana, anni prima… da parte mia sapevo che finalmente il rancore che provavo verso di lei stava svanendo, e che probabilmente al rientro estivo sarei stato in grado di offrirle nuovamente tutto il mio amore.
Ci scambiavamo messaggi, parlavamo della mancanza che sentivamo l’uno dell’altra e così via… fino a quando per colpa di alcune incomprensioni abbiamo smesso.
Essendo entrambi molto orgogliosi nessuno ha contattato l’altro, quindi ci siamo semplicemente goduti le proprie vacanze da single quali eravamo.
Speravo di sentirla per il mio compleanno che cade a fine Agosto, ma così non è stato se non per un austero messaggio di auguri.
Tornati a casa ho sentito il bisogno di rivederla e dirle quanto la sua mancanza mi aveva fatto stare male, e quanto altre braccia e altre labbra non avevano fatto altro che accentuare la consapevolezza dell’amore che provavo ancora per lei… ma nonostante sostenesse lo stesso, ripeteva che non poteva fidarsi di me perchè l’avevo fatta soffrire col mio silenzio, dopo mesi in cui aveva provato a riallacciare i rapporti.
Mi ero messo in testa di riconquistarla, ma lei ha ripreso nuovamente con la storia del voler stare da sola… alla fine è uscito fuori che è ancora distrutta per la perdita di sua zia, e non riesce più a collegare la mia figura ad una fase felice ed appagante della sua vita.
Per questo motivo ha ceduto alle avance di un altro ragazzo, che andandola a prendere e accompagnare praticamente dappertutto a qualsiasi ora del giorno e della notte, le impedisce di stare da sola e pensare a quanto sia emotivamente a pezzi.
Stiamo parlando di baci, niente di più… ma la cosa mi fa soffrire perchè so che io sarei in grado di darle tutto, come facevo un tempo, e non avrebbe bisogno di scuse per affrontare i propri problemi.E’ stata il mio primo nonchè l’unico amore: abbiamo condiviso il sonno, il dolore, la felicità… l’idea romantica che ho dell’amore mi spinge a pensare che sensazioni così forti si provino una sola volta nella vita, e anche lei è d’accordo con me; nonostante ciò però, non pensa valga la pena riprovarci… almeno non per il momento.
Mi sono reso conto di essere malato: le ho lasciato tutti i nostri ricordi fuori la porta di casa, l’ho aspettata sotto casa per ore per parlare (nonostante lei ormai frequenti qualcun altro), sono addirittura arrivato a mettere in scena un finto viaggio per Londra pur di spronarla a non lasciarmi andare via da lei. Niente.
Ama il ricordo che ha di me, ma probabilmente ormai le sono indifferente… ed io non riesco a sopportarlo.
Piango, non mangio più, non riesco più a rapportarmi con nessuno; e qualsiasi cosa faccia nella mia vita, dall’esperienza più tragica a quella più meravigliosa… non mi suscita emozioni.
Penso solo e soltanto a lei, giorno e notte: quando riesco a distrarmi abbastanza da non scriverle per un giorno intero, ecco che compaiono gli incubi che mi ricordano del nostro passato insieme, anche di notte.
Anche quando sono in compagnia, tra amici, bevute e divertimenti vari, purtroppo non faccio altro che cercarla dappertutto in mezzo alla gente, sperando di non doverla vedere insieme a qualcun altro che non sono io.
Il problema è che non posso nè voglio parlarne con nessuno: tutti quelli che mi conoscono mi reputano una persona forte e autoritaria.. non immaginano neppure da quanto tempo faccio finta di niente, mi presto da spalla per il loro dolore, e nel frattempo affogo nel mio.
Purtroppo però la situazione è ormai divenuta insostenibile: mi ritrovo a piangere in silenzio sperando che nessuno se ne accorga… ma allo stesso tempo sperando che qualcuno possa cogliere la mia sofferenza offrendomi un’ultima ancora di salvezza.
Fin da quando ero un bambino sono sempre stato considerato un “prodigio”, con un’intelligenza al di fuori del comune: alle elementari le maestre rimproveravano mia madre perchè mi spronava troppo ad apprendere, e quindi ero sempre un passo avanti rispetto a quello che i miei compagni di classe studiavano… perciò distraevo sia me che loro.
Forse è proprio per questo mio spiccato intelletto che sento di vivere le emozioni umane in maniera diversa rispetto ai miei simili: ho aspettato 18 anni prima di innamorarmi e perdere la verginità, giusto per citarne una.
E nonostante sia ormai un anno che io non sono più ufficialmente fidanzato, ogni volta che frequento qualche ragazza mi viene il disgusto al primo abbraccio o alla prima carezza: nemmeno con “ninfomani assetate di sangue” sono riuscito ad avere rapporti sessuali, perchè lei è sempre presente nella mia testa.
E’ così bella… è davvero la ragazza più bella che io abbia mai visto, e nessuna può minimamente paragonarsi a lei. Forse è anche per questo che la cosa mi fa stare così male, perchè nel profondo so che chiunque ci provi, lo fa soltanto perchè la considera un trofeo. E forse lo sa anche lei, perchè non è certamente stupida: il che rende tutto ancora più doloroso.
Ho provato a chiederle di vederci, di chiarire di persona contando sul mio bell’aspetto e la mia dialettica… sperando di suscitare in lei le emozioni che provavamo quando stavamo insieme, tempo fa.
Ma è inutile, non vuole vedermi perchè sa anche lei che sarei in grado di farla cedere, in questo periodo in cui è così debole e desiderosa di attenzioni.
Non posso immaginarla preferire un altro a me, il solo pensiero mi fa stare male: eppure questa sembra essere la realtà dei fatti.
Ciò che è più disarmante, è che lei dice di essere indifferente a questa persona… e probabilmente ci sta insieme soltanto per non affogare nella routine.
Ha perso amici ed amiche storiche per questo suo atteggiamento; ha perso anche me che l’amavo più di me stesso (io, che sono sempre stato un tipo indipendente e cinico nei confronti dell’amore, e di altre persone in generale)… ma non le importa, perchè il suo bell’aspetto le da la possibilità schiavizzare chiunque, e per il momento le va bene così.
Ho provato più volte a chiederle se fosse cosciente del proprio stile di vita e se fosse possibile che tutto ciò potesse essere collegato al trauma da lei vissuto… dice che è esattamente così, ma rifiuta qualsiasi aiuto da parte mia perchè probabilmente nessuno psicologo riuscirebbe ad aiutarla.
Io d’altro canto di aiuto ne ho bisogno: adoro la vita con le sue infinite sfaccettature, e non potrei mai farne a meno… ma ormai l’idea di sbattere la testa contro un muro fino a perdere la memoria, o di buttarmi giù sperando di salvare abbastanza parti del mio corpo da non costringere i mie cari a piangere una bara vuota sono diventate così pressanti che quasi mi spaventano.Sento voci nella mia testa che non esistono, mi sveglio di soprassalto senza sapermi spiegare perchè: devo arrivare a fine giornata distrutto pur di riuscire ad avere pace per un paio d’ore.
Ma nemmeno questo basta, ormai sento il respiro freddo della morte sul mio collo… ed io non sono più sicuro di volerle sfuggire.Gentile ragazzo
il suo dolore è palpabile, ma anche la vita che fino a poco fa ha coltivato come un prato che aveva bisogno di attenzioni ora risulta arida…
ma la terra c’è… va solo irrigata a dovere e seminata di nuovo e dalle tue parole so che puoi farlo…
il mio consiglio è di appoggiarti a qualcuno, un professionista, che possa sostenerti e ascoltarti mentre ti guarda negli occhi e impara a conoscere te e le tue tante sfaccettature…
la vita è solo una, vivila in tutta la sua ricchezza…
mi farebbe piacere se tu decidessi di darci altre informazioni sul tuo umore e soprattutto la conferma che ti stai facendo aiutare in questo difficile momento.
buon cammino
dott.ssa Federica Serafini