Sono delusa di me stessa

    Salve, sono una ragazza di 18 anni. Ultimamente mi sento inerme a tutto ciò che mi accade attorno, come svuotata, senza la minima reazione o risposta. È iniziata già da un po’ questa fase ma piano piano sta raggiungendo il culmine. Non ho più emozioni, non ho voglia di fare niente, di uscire con gli amici, non riesco a studiare o ad interagire con le persone nuove. Vorrei tanto riuscire in tutto questo, tant’è che mi sforzo: cerco di uscire con gli amici, intrattenere dialoghi con gli altri ed essere il più gentile possibile con loro. Ma sembra che ogni mio genere di tentativo fallisca, mi sembra che le persone care e i miei famigliari siano sempre un po’ delusi da me in un modo o nell’altro, si aspettano tanto forse troppo ed io non riesco mai ad accontentarli, ciò mi demoralizza, ogni cosa nuova in cui mi cimento inizia con il pensiero che tanto non ce la farò, non la porterò a termine. Non ho un ragazzo, non ho mai avuto una storia che potesse somigliare a qualcosa di serio. Non porto mai a termine nulla, non riesco a rispettare completamente i miei impegni e sono un ritardataria cronica. Le persone mi danno quasi una sensazione di fastidio, però al tempo stesso ne ho un tremendo bisogno. Mi da fastidio dover fare cose che mi sono state imposte, le devo fare come e quando voglio io, di mia iniziativa. A scuola sono sempre riuscita con il minimo sforzo senza mai impegnarmi seriamente a studiare. I miei sono separati perché mio padre beveva o beve, non saprei non ho più quasi nessun contatto con lui. Ma non ha mai alzato un dito, sembrava una persona normale un po’ irascibile e basta, che se la prendeva per qualsiasi cosa. Io ho scoperto che beveva solo a 14 anni, leggendolo da una lettera indirizzata a me da parte di mia sorella in cui mi raccontava tutto però l’ho trovata per caso lei me l’ha consognata qualche giorno più tardi. Da quel momento ho iniziato a guardare mio padre con occhi diversi, con ribrezzo, senza la minima stima, vedevo che lui nascondeva i cartoni del vino negli armadi o nelle scarpiere ed io glieli rovesciavo o annacquavo, a volte pensavo anche a dei modi per farlo stare male, ad esempio mettendo del veleno nel suo vino o dei fili trasparenti per farlo inciampare ma non le ho mai rese reali queste cose, non ho mai avuto il coraggio.
    Ah e fumo da più o meno quel periodo e non riesco a smettere non so se lè due cose siano collegate. Quando ero piccolina era il mio eroe, di fianco a lui ero al sicuro. Tutto sommato la mia infanzia è stata tranquilla, l’ho vissuta nell’inconsapevolezza. L’adolescenza invece meglio non parlarne, capitava che qualche bulletto mi infastidisse ma a chi non è capitato, solo che io in confronto agli altri non avevo un papà che mi proteggesse e mia mamma mi ha sempre considerata in grado di affrontare qualsiasi cosa, non si è mai accorta che in realtà non ne avevo le forze sufficienti. Allora ho iniziato ad accusare mio padre silenziosamente di tutti i miei fallimenti anche quando se ne è andato poco tempo dopo. Adesso mia madre pensa un po’ solo a se stessa, a rifarsi una vita. Ho anche una sorella più piccola viziata, che ottiene sempre tutto quello che vuole, vorrebbe fare tutto quello che fanno le sorelle più grandi e lei lo vede spesso nostro padre. Io no, io per colpa di lui, da quando si è trasferito da mia nonna (sua mamma) non la posso più andare a trovare lei e mi sento tanto in colpa perché era un po’ come una seconda mamma quando ero piccola, e lui si è licenziato apposta dal lavoro per non darci un soldo, lavorerà ogni tanto in nero e si fa mantenere dalle donne con cui sta. Insomma io non ho mai navigato nell’oro, non ho mai avuto molte cose che desideravo.
    Non so più cosa fare, ho perso il controllo della mia vita, quando ero piccola non ero così, ero una forza della natura! Ho bisogno di un cambiamento drastico, di qualcosa che mi faccia cambiare notevolmente e che mi dia la forza necessaria per farlo. Però non so da che parte iniziare e poi il cambiamento mi spaventa..

    Rispondi
    Federico Baranzini - Psichiatra Psicoanalista Milano

    Buongiorno Marta,

    comprendo che si trova in una situazione di forte disagio, sperduta, senza punti di riferimento.

    Suo padre, per come glielo hanno raccontato (la lettera…) ha infranto l’incanto in cui lei “viveva” da bambina prima e da ragazzina dopo, sua madre l’ha lasciata a sua volta sola, due volte sola si potrebbe dire, dando molto per scontato forse anche perchè presa da tre figlie (se ho ben compreso…) da far crescere e mantenere.

    Che fare? Beh, non replichi quello che le hanno fatto o le hanno fatto vivere anche con sè stessa! Non lasci che quella parte depressa e mortifera, che si vorrebbe lasciare andare (magari appoggiandosi a qualche cosa, la bottiglia per suo padre, il fumo per lei?) e vorrebbe “non esserci” nelle situazioni, la travii e la porti a “lasciare” (non il lavoro che non ha ancora, credo…) ma l’amore per sè e per il proprio futuro!

    Cerchi un aiuto psicologico, si faccia aiutare, parli chiaramente a sua madre (qualcuno le dovrà pagare le sedute, no?) e vedrà che andare a trovare sua nonna sarà meno difficile.

    Cordiali saluti

    Federico Baranzini

    Rispondi
Rispondi a: Sono delusa di me stessa
Le tue informazioni:





<a href="" title="" rel="" target=""> <blockquote cite=""> <code> <pre class=""> <em> <strong> <del datetime="" cite=""> <ins datetime="" cite=""> <ul> <ol start=""> <li> <img src="" border="" alt="" height="" width="">

Rispondi