Pensiero circolare e depressione

    Salve,

    Le espongo il mio caso. Sono sempre stato una persona considerata da tutti intelligente, estroversa e altruista quando in realtà dietro a queste qualità nascondo una profonda timidezza, insicurezza e disagio. Ho sempre avuto una vita in cui non mi mancava nulla, ottimi voti all’università, amici, fidanzata (fino a pochi mesi fa). Da sempre sono un perfezionista nel senso che l’asimmetria, le cose imprecise o incomplete, sia che le capti con la vista sia con l’udito hanno sempre destato in me disagio. Ma veniamo al punto: ogni qualvolta incappavo in queste situazioni, il mio cervello diceva: “Ora mi devo imporre di non pensare a questa cosa imprecisa che ho visto/sentito, nonostante fosse imperfetta”, e così effettivamente riuscivo a fare. Quando infatti la cosa mi tornava alla mente dopo un po’ di tempo dicevo: “Che bello non ci ho pensato per tutto questo tempo quindi vuol dire che il mio cervello non ci si è soffermato”. È questo è successo un po’ di volte ma con la conseguenza appena citata. Però, un bel pomeriggio tornando a casa con la macchina da una regata a cui partecipai, vidi davanti a me una macchina (di cui non faccio il nome) di colore rosso, con una bella bugna sul bagagliaio dietro. Non so cosa mi prese, ma nuovamente di instaurò il meccanismo. Il problema é che il pensiero automatico di quella macchina continua a tormentarmi ancora oggi, a un mese di distanza, e ogni giorno che passa non fa che andar peggio! Sono perfettamente consapevole dell’irrazionalità e non-senso di questo pensiero. Il problema è che vivo ogni giorno chiedendo mi: “Ma a 40 anni avrò ancora questo pensiero?”. Riesco comunque a fare tutto nella vita, anche se non nascondo che all’università riscontro maggiori difficoltà di attenzione e concentrazione e non riesco praticamente più a studiare per colpa di questo problema. Mi sento depresso, sono piombato nella più cupa disperazione e, come se non bastasse, ogni modello di macchina rossa che vedo per la strada lo associo a quello è quindi, anche involontariamente, il pensiero mi si ripresenta. La mia domanda é: mi devo preoccupare? Quanto durerà ancora questa situazione? Sarà mai possibile che avvenga il miracolo per cui un giorno, svegliandomi, dica che è stato tutto un incubo e ricominci a vivere come ho fatto da vent’anni a questa parte? Sento veramente che il mio caso è unico quanto a inspiegabilità e isensatezza, il che mi preoccupa ancora di più. Non si più cosa fare. È possibile conviverci e soprattutto arriverà il giorno della mia vita in cui non ripeterò più nella mia mente questo pensiero? Grazie in anticipo per la pazienza, e scusi se sono stato prolisso

    Rispondi
    Federico Baranzini - Psichiatra Psicoanalista Milano

    Buongiorno Andrea,

    non sono sicuro di cosa lei intenda per “bella bugna” ma se ho capito bene circa la sua passione velistica credo faccia riferimento alla “Curvatura irregolare (ingobbatura) prodotta nel fasciame esterno della nave da urto o da offesa nemica” come il dizionario Treccani riporta.

    Bene, quello che appare non sensato ad uno sguardo razionale e logico non è detto che lo sia ad una valutazione appartenente al piano simbolico e metapsicologico: il sintomo appartiene alla sfera dei sintomi ossessivo compulsivi e per questo deve essere considerato per la sua valenza difensiva rispetto al “premere” e al “farsi strada” in lei di forze pulsionali e/o aggressive che davvero rischiano di urtare il suo “fasciame esterno”.

    Se interessato a capirne di più e ad avviare una cura si rivolga ad uno psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico nella sua zona.

    Cordiali saluti

    Rispondi
Rispondi a: Pensiero circolare e depressione
Le tue informazioni:





<a href="" title="" rel="" target=""> <blockquote cite=""> <code> <pre class=""> <em> <strong> <del datetime="" cite=""> <ins datetime="" cite=""> <ul> <ol start=""> <li> <img src="" border="" alt="" height="" width="">

Rispondi