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Il mio (ormai ex) ragazzo soffre di depressione da quando, quattro anni fa, a suo padre è stato diagnosticato un tumore incurabile. Nello stesso periodo è cominciata la nostra relazione, che è stata fin dall’inizio bella e significativa. Io ho sempre cercato di stargli vicino e fargli da sostegno senza però forzarlo a parlare o sfogarsi, cose che non ha fatto quasi mai. Nonostante il dolore lui è sempre stato affettuoso nei miei confronti e, a parte qualche discussione ogni tanto, siamo sempre andati d’accordo. Dopo la morte del padre si è caricato della responsabilità di confortare e aiutare la madre, compito che riveste tuttora e con cui non riesce più a convivere.
Mi ha lasciato una settimana fa all’improvviso senza che ci fossero segnali evidenti di disagio tra noi sostenendo di soffrire d’ansia e attacchi di panico e di essersi accorto da qualche giorno di avvertire la relazione con me come una costrizione, pur volendomi molto bene.
Sembra stia pensando seriamente di andare da uno psicologo ( cosa che ha rifiutato per 3 anni) e dice di non essere in grado di mantenere una relazione sana ora che sente il bisogno di stare da solo e pensare a se stesso. Io ovviamente sono molto dispiaciuta e amareggiata e allo stesso tempo preoccupata per lui. Potrà riprendersi? Può essere che ha bisogno di questo momento per sé e che poi una volta che sta meglio torni indietro? O devo accettare che è finita e andare avanti?
Buongiorno,
Da quello che racconta potrebbe essere proprio così e questo lascerebbe pensare che la crisi dia dovuta essenzialmente dal lutto recente e dal modificarsi degli assetti familiari. Ma non e nemmeno possibile escludere che le caratteristiche personologiche del suo ragazzo lo abbiamo portato a farsi esageratamente carico di tutto compresa la vostra relazione.
Per questo sarebbe utile un confronto con uno specialista per sostenerlo a far fronte alla situazione attuale e approfondire le sue dinamiche interiori.
Cordiali saluti
Federico Baranzini