Esattamente non so cosa cerco

    Andate al secondo paragrafo c’è una specie di riassunto, il primo paragrafo è piuttosto incoerente, ho scritto di getto, tuttavia lo lascio perché c’è un po’ la storia della mia vita, non posso metterci tutto perché è troppo da scrivere
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    Non so come iniziare, ma se non scrivo qualcosa so che non inizierò mai. Ho 20 anni, 21 a settembre, e frequento il 1 anno d’università di lingue e letterature straniere. Ecco, considerando al fatto che come corso di laurea non da praticamente sbocchi e che le lingue le posso imparare benissimo da sola stavo pensando di cambiare, e qui è iniziato il dramma. Io non sono portata per le facoltà scientifiche, che sono quelle che danno più sicurezza per quanto riguarda il lavoro, e se una cosa non mi piace faccio fatica a studiarla (al contrario se una cosa mi interessa memorizzo facilmente) e le “materie” che mi interessano sono poche e selezionate: lingue (praticamente studierei tutte le lingue del mondo se fosse possibile), psicologia e pedagogia (ho fatto il pedagogico e mi piacciono molto, mi informo e leggo a riguardo) letteratura, scrittura, disegno, teatro e canto (ma non sono un eccellenza ahimè). Ora con passioni del genere so già che sul fronte lavoro sono fregata in partenza, senza tenere conto del fatto che non sono un eccellenza, anzi sono piuttosto mediocre, sono sempre in ritardo (la puntualità è importante!), sono principalmente autodidatta (poi ne spiegherò il motivo) , le mie emozioni passeggere mi influenzano troppo nelle decisioni importanti eccetera.
    L’introduzione l’ho messa apposta per evidenziare una scelta importante che dovrò fare a breve, sono del 94, non posso stare a perdere tempo a cambiare facoltà o idea ogni anno, devo portare avanti una scelta fino alla fine.
    Comunque per evidenziare il problema che mi affligge (che mi crea problemi nella gestione della mia vita da circa 5 anni) è meglio fare un passo indietro, so che magari all’inizio non avrà senso ma ho deciso di esporre tutto in modo cronologico.
    Tutto è iniziato (credo) quando ero bambina, due cose un po’ fuori dal comune mi caratterizzavano, la prima era che piangevo sempre ( ma proprio quasi tutti i giorni e per qualsiasi cosa, il bambolotto di cicciobello piangeva, io piangevo, si rompeva una collanina, io piangevo, sceglievo il giocattolo sbagliato quando alle giostre ti facevano scegliere il premio, piangevo O.O) e le mie nonne e mia mamma mi ripetevano sempre “non piangere che ti si rovinano gli occhi” come una solfa.
    La seconda cosa strana e che ogni volta che mi veniva la febbre, o stavo male, non volevo che lo sapesse nessuno, pure se stavo crepando.
    Uno dei due problemi principali che mi affliggono è la conseguenza di una cosa successa quando avevo 10 anni, quando la mia famiglia ha litigato con la vicina di casa. La mia vicina di casa è stata per me amica e confidente da quando ero piccola: stavo sempre sul muretto a parlare con lei quasi tutti i giorni e intere domeniche, e mi faceva i disegni e mi cuciva i vestiti per le bambole eccetera eccetera, insomma la consideravo una di famiglia (lei non è sposata e non ha figli) fino a quando i miei familiari non hanno litigato con lei e da quel giorno non esco più in giardino, ne sul balcone ne passo per la strada davanti casa sua per paura di incontrarla O.O finché era solo davanti casa mia dove non dovevo passare era tutto ok, ma dopo la situazione è peggiorata (poi ci arrivo).
    Vorrei aggiungere che nello stesso periodo ho dovuto affrontare un’altra separazione: la mia migliore amica delle elementari si trasferì (le ero molto legata) neanche troppo lontano, ma la sua lontananza mi ha fatto soffrire.
    Le medie e il primo superiore sono stati tranquilli, il secondo è stato un po’ bruttino ma dal terzo superiore è andato tutto peggiorando fino alla situazione attuale in un rapporto quasi di causa effetto.
    La prima cosa che mi ha messo in difficoltà è stato l’ingrassare, sono passata dalla 38 alla 42 in un paio di mesi. Ora mia mamma mi aveva fatto il cazziatone qualche mese prima (scusate il termine) perchè diceva che doveva fare le spese pari tra tutti i fratelli (ne ho 5 tutti maschi) e l’ingrassare mi ha messo in difficoltà perché avevo si e no 2 paia di jeans oltre qualche tuta che mi andavano di pantaloni, quindi dovevo fare i salti mortali per la scuola (li indossavo solo per andare a scuola per evitare che si sporcassero, e a casa il pigiama) e “spese pari” corrisponde a non comprare perché i miei fratelli si passano tutto di vestiti e sono tutti dei supermercati dove costano poco. Ora questa situazione mi ha creato problemi a scuola (beh credo anche a mio fratello), perché essendo in una classe di tutte ragazze che bene o male si curavano tutte, io ero quella con i capelli sempre in disordine, niente trucco, un po maschiaccio, timida a scuola (questo è un altro punto strano che devo illustrare) e mi vergognavo di presentarmi così, ma di meglio non riuscivo a fare. tuttavia non ho sofferto episodi di bullismo (anche se nella mia classe ce ne sono stati) e nonostante non uscissi con nessuna andavo d’accordo con tutte, mi consideravano la bambina della classe (i miei amici mi hanno sempre definito bambina, non so perché però, mi paragonavano ad alice nel paese delle meraviglie).
    Ora per il fatto che mi vergognavo e che non ero legata in particolare con nessuno iniziai a fare tante tante assenze (e scoprii di odiare la scuola, stranamente negli anni precedenti ho sempre amato la scuola, sia alle elementari che alle medie che il primo superiore, e non facevo MAI assenze, addirittura il mio record di assenze alle medie è stato di 2 giorni in un anno per malattia).
    Ora oltre alla scuola facevo la catechista e sempre per il problema dei vestiti iniziai a dare buca alle riunioni e gli altri mi facevano le ramanzine che ci dovevo andare oltre ai sabati per programmare (avevano ragione ovviamente) e io mi sentivo in colpa, allora l’anno seguente ho lasciato e da allora non riesco più ad andare in chiesa perchè ho paura di incontrarli O.O, e quando esco per il paese ho paura di incontrarli, e mi sono allontanata da tutte le amicizie che avevo nel gruppo, coetanei che conoscevo e frequentavo da quandp avevo 10 anni, e mi mette l’ansia l’aver scoperto che si chiedono che fine ho fatto (poi spiego anche questo).
    I due anni seguenti sono stati il totale disastro, avevo allontanato tutte le amicizie importanti, dovevo andare a scuola arrangiandomi e oltre a sembrare una sfollata arrivavo sempre molto in ritardo e le mie compagne si incavolavano (a ragione) allora per non vederle incavolate ho iniziato a fare ancora più assenze,perchè quando arrivavo in ritardo proprio non mi presentavo più a scuola, mi mandavano messaggi per sapere che era successo e da allora ho iniziato a tenere il telefonino sempre spento, ed in tutti e due gli ultimi anni ho rischiato la bocciatura.
    Il quinto è stato un anno d’ansia, mia mamma era incacchiatissima per le assenze e se mi trovava a casa faceva finire il mondo, ha mentito ha professori per motivarle e mi ha costretto a mentire.
    Devo accennare ora la situazione familiare per far capire meglio lo stato di stress di mia mamma: mio fratello era stato bocciato per le assenze, e tutt’oggi non ancora ha finito la scuola (poi spiego meglio) e l’altro mio fratello pure faceva tante assenze.
    Finito il 5 dovevo decidere dell’università, ma io volevo andare all’estero, ma i miei insistevano che non andassi da sola, ma io non avevo nessuno quindi non sono potuta andare. Ho passato l’anno dopo il quinto a casa a fare dei corsi su cose che mi interessavano: inglese e disegno, a leggere su cose che mi interessavano e a dedicarmi a risollevarmi il morale. poi l’anno seguente i miei mi hanno costretto a fare l’università, io volevo fare o l’accademia d’arte o quella di teatro, ma non sono riuscita a impormi ne ai miei ne a me stessa.
    L’anno passato a casa è stato per certi versi riabilitativo, ma per altri problematico. Durante quel periodo ho sondato me stessa e ho capito tante cose che mi interessavano e che volevo imparare o fare, ma allo stesso tempo mi sono relegata totalmente a casa. aspettavo di uscire dal quinto solo per andare all’estero a fare la cameriera ed imparare un altra lingua per un anno, ma dopo che non l’ho fatto e ho passato l’anno a far fare i compiti ai miei due fratelli più piccoli, stare con loro, educarli, non me la sono sentita più di andare all’estero e nemmeno a studiare in un altra città (per questo non sono riuscita ad impormi sui miei, studiare all’accademia d’arte o di teatro significava trasferirmi e distaccarmi dai miei 2 fratelli più piccoli che è l’unica cosa che ora come ora mi rende felice).
    E quest’anno è passato che all’università non ci sono andata quasi per niente e gli esami mi si sono accumulati tutti a settembre.

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    Riassumendo e evidenziando solo i problemi che ho, lo so che non ho detto tutto ma è veramente troppo:
    ho difficoltà ad uscire di casa perché ho paura di incontrare persone che conosco

    non so se riesco a distaccarmi dalla famiglia perché aldilà della famiglia non ho nessuno (ho abbandonato tutte le amicizie che avevo dall’infanzia e durante l’adolescenza non ho legato con nessuno credo per tre motivi in particolare: 1- i miei non volevano che avessi i social network, 2- non mi facevano uscire la sera, ne mi accompagnavano ai compleanni ne mi facevano accettare i passaggi, e una volta mi hanno pedinato O.O quindi mi hanno fatto passare la voglia di uscire 3- potevo uscire solo il pomeriggio, ma tanto non uscivo)

    non ho nessuno a cui dire i miei problemi, per questo scrivo qui, non ho amici e non posso fidarmi di nessuno (i miei sono già nei casini con tre dei miei fratelli, aggiungere me al pacchetto è impensabile; –
    ho un fratello che sono 4 anni che deve finire la scuola e non la finisce mai per le assenze, non ha mai avuto amici dalle elementari, non è mai uscito con gli amici, ha sofferto di episodi di bullismo alle superiori e sta male di qualche malattia fisica da 4 anni, motivo che gli fa fare tante assenze, e nonostante sta sempre tra i medici non ancora si trova una soluzione per il suo caso.
    Ho un fratello che non esce più di casa quasi in modo assoluto da due anni, ed è stato bocciato due volte per questo motivo, nonostante prima fosse stato per anni uno studente e figlio modello, e non parla quasi mai ed è strano, va dallo psicologo
    -ho un fratello che non so che cos’abbia perchè i miei non me l’hanno mai detto di preciso, mia mamma ha accennato ad una lieve forma di psicosi, ma ha avuto il sostegno a scuola e va dalla psicologa
    -ho due fratelli più piccoli alle medie che grazie al cielo stanno bene)

    sto sempre in ansia, sento che non troverò mai un lavoro e questo mi provoca ansia, non riesco a propormi quando c’è un offerta interessante in zona perché ho paura di non presentarmi poi per lavorare per il fatto che ho difficoltà ad uscire, e perchè non sono qualificata

    – sto in ansia perché seguo una facoltà inutile e ho paura che cambiando non prenderò mai una laurea

    -sono triste perché vorrei una famiglia normale e più felice (quando ero più piccola mi immaginavo le famiglie felici O.O)

    -sono triste perché sono sola

    – sono triste perché mi sento un incapace (non so se c’entra ma da quando eravamo piccoli mio padre si sfogava sempre verbalmente su di noi offendendoci, diciamo che se mio padre ci cerca o è perché ci deve chiedere qualcosa , o è perché è incacchiato)

    -ho paura che non cambierà mai niente, che non riuscirò a risollevarmi, ne a trovare mai un lavoro, ne ad andare all’ estero, ne che i miei fratelli superino i loro problemi, ne che riuscirò a riallacciare le vecchie amicizie

    -non voglio essere un peso per nessuno, voglio essere indipendente, ma non ci riesco per i motivi che mi bloccano: il pessimismo, la solitudine e la paura.

    non riesco ad essere razionale

    Ultima cosa, per il fatto della timidezza io non sono timida, sono riservata, quando sono tra le persone sono piuttosto vivace e parlo, solo a scuola ero considerata timida perché non volevo fare casino durante la lezione.
    Nessuno sa di come mi sento in realtà perché mi comporto in modo normale tra i miei familiari, parlo scherzo e rido quando vorrei solo urlare (anche se ultimamente non ce la sto facendo più a mantenere la facciata) la musica mi aiuta a stare più tranquilla.
    Mi mette l’ansia il sapere che i miei vecchi amici chiedono di me e di che mi è successo perché mi sento in uno stato miserabile, e non voglio che sappiano.
    Quando sono lontano da casa (cosa successa un paio di volte negli ultimi due anni) mi sento meglio ma mi mancano i due fratelli più piccoli
    Devo scegliere al più presto per quanto riguarda l’università e il lavoro perché non ho tempo per sbagliare, perché sento che devo rendermi indipendente economicamente al più presto
    Sento di aver bisogno di aiuto da quando avevo 17 anni ma non riesco a chiederlo a nessuno.

    Dopo avere postato qui mi sento un po’ meglio.

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    Gentile ragazza,
    Mi scuso per il tempo che hai dovuto attendere e ti ringrazio per questa parte di te e della tua storia, che ci hai donato!
    Da ciò che scrivi é evidente la tua sofferenza e il tuo bisogno di sostegno, di rapporti interpersonali ma anche di sostegno psicologico….
    Le auguro di trovare presto il professionista che faccia per lei e di iniziare con lui/lei un percorso di rafforzamento delle sue competenze, di presa di consapevolezza dei suoi vissuti e di crescita personale!
    Dott.ssa Federica Serafini

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