Di chi mi sono innamorato?

    Buonasera gentili dottori
    Sono un uomo di 44 anni, mi trovo in una situazione difficile e non ho risposte
    All’inizio di aprile ho conosciuto, perché amica di parenti, una ragazza russa di 31 anni. Ho preso slancio da questa conoscenza per troncare definitivamente, ma di comune accordo, con la mia compagna, con cui stavo da oltre 5 anni. Consapevole del fatto che il nostro rapporto non funzionava più, perché ormai logoro per entrambi, ho sentito il bisogno e desiderio di provare una nuova esperienza.
    Dopo un’uscita a cena ed un breve corteggiamento, siamo finiti a letto già la seconda volta che ci siamo visti. Da quel momento è stato un crescendo continuo di passione ed emozioni. Ci siamo sentiti innamorati e profondamente attratti a vicenda, cercando di frequentarci e passare insieme più tempo possibile. Dopo anni di tira e molla con la mia ex, ho provato fortissima l’emozione di amare ed essere amato incondizionatamente. Entrambi abbiamo sentito di condividere un certo numero di ideali e abbiamo pensato di poterli realizzare insieme. Non avevo mai sentito nella mia vita un trasporto reciproco così forte. Abbiamo continuato a vivere separati, ma dopo il lavoro o andavo io a casa sua oppure lei veniva da me, diventando quasi dei conviventi e dormendo sempre insieme. Abbiamo cominciato a parlare di convivenza e, forse un po’ prematuramente, di progetti di vita a lunga durata come matrimonio, famiglia, figli. Dopo circa due mesi di idillio, dove abbiamo passato quasi tutto il nostro tempo libero insieme, c’è stata la prima discussione. Notando un suo cambiamento di umore e di atteggiamento nei miei confronti, l’ho convinta a rivelarmi che cosa non andasse. Lei, non senza provare un certo imbarazzo, mi ha rivelato che ha un grande senso dell’estetica e le sarebbe piaciuto che curassi di più la mia persona, sia nell’aspetto fisico che nel modo di vestire. Lei è una persona maniacale da questo punto di vista, quando esce di casa vuole sempre essere vestita e truccata di tutto punto. Io mi sono adeguato ai suoi desideri, non solo per compiacerla, ma conscio che da una maggiore cura del corpo possono derivare solo vantaggi. Ho iniziato a rifare un po’ di sport e a vestirmi un po’ più elegantemente, senza sentire tutto questo come imposizione. Dentro di me ho anche pensato che il motivo della sua “crisi” mi sembrava piuttosto banale, e mi sono stupito del fatto che fosse così restia a parlare.
    Da quel momento in avanti un altro mese di passione travolgente, come se la discussione non fosse nemmeno avvenuta. Dopo un mese però ecco arrivare la seconda crisi. Dopo due giorni in cui è fredda e distaccata, mi confessa quello che non vorrebbe mai dirmi: in passato ha avuto una relazione con un uomo sposato, con cui periodicamente si sente ancora, ed è convinta che quello sarebbe potuto essere l’amore della sua vita. Mi confessa che non sa bene definire quali sono i suoi attuali sentimenti per quest’uomo, se non che comunque il portare o cercare di portare avanti quella “relazione impossibile” (lui le ha detto chiaramente che non lascerà la famiglia per lei) è solo motivo di sofferenza e le renderebbe impossibile realizzare i propri sogni. Io, anche se un po’ scioccato, mi faccio forza e le dichiaro che farò comunque di tutto per stare con lei e che, anche se sarà difficile per me convivere con il pensiero che lei pensi a qualcun altro, ce la metterò tutta. Lei dice che vuole provare con me a realizzare i propri sogni, che sono quello con cui vuole condividere tutto. Da lì in avanti di nuovo idillio, passione, amore. Poi passiamo le vacanze insieme, prima dieci giorni al mare e poi cinque giorni a Parigi. A parte qualche discussione di poco rilievo, o che almeno me sembra tale, la mia sensazione è che lei stia bene. E’ calda, passionale ed affettuosa come sempre. Di ritorno da Parigi, dopo che ho ripreso a lavorare, decidiamo di andare a fare un weekend lungo al mare, lei è piena di entusiasmo e non vede l’ora di partire. Il primo giorno che siamo lì, però, ad un mio commento su di lei si adombra improvvisamente. Passiamo i seguenti giorni senza litigare, ma io noto di nuovo quella freddezza già vista in lei. Penso tuttavia che sia offesa per la mia osservazione, finché, l’ultimo giorno di permanenza la costringo di nuovo a parlare. Mi dice di essere in crisi, di non sapere bene cosa succede nella sua testa, di avere dei dubbi sul fatto che la nostra storia possa funzionare. Dopo il nostro ritorno a casa, dopo la mia richiesta di vederci la sera dopo, mi risponde che in fondo non conviviamo e non siamo sposati, e che non è una tragedia se per due notti non dormiamo insieme. Dice che sta riflettendo, non lasciando comunque intendere chiaramente che la vuole finire lì. Io comincio a preoccuparmi e a subissarla di messaggi, fino a quando, due sere dopo lei mi comunica (al telefono) che è finita, che siamo incompatibili, e che è meglio troncare subito piuttosto che soffrire poi in seguito per delle scelte sbagliate. Mi sento crollare il mondo addosso, mi chiedo il perché di tutto questo: mi sembra una situazione surreale ed assurda. Le chiedo un colloquio chiarificatore, perché voglio delle risposte concrete e non evasive: ci diamo appuntamento e quando lei si presenta è di una freddezza glaciale, mi guarda e mi tratta come se tra noi non ci sia stato nulla, quasi come se io fossi un estraneo. Mi parla delle ragioni per cui secondo lei non può funzionare, e le sue ragioni, ai miei occhi ed a quelli di una persona ragionevole, sono assolutamente futili ed in parte anche prive di fondamento. Non accenna minimamente ai sentimenti, sembra proprio che non ne voglia parlare, ma mi rinfaccia cose che non ho fatto, aspetti del mio carattere e della mia vita che le avevo reso noti dall’inizio. Mi dice che nel corso di 5 mesi questa è già la terza discussione, e che tutto ciò non è un buon presupposto
    Mi rinfaccia:
    – di non essere una persona affidabile/responsabile
    – di mancare troppo spesso di iniziativa (vero)
    – di vedere il mondo attraverso gli occhiali rosa, senza affrontare i problemi reali
    – di non impegnarmi abbastanza nella ricerca di un lavoro migliore. Lei è più giovane di me ed ha un lavoro migliore, e questo le sembra strano. Sostiene che con l’impegno si ottiene tutto
    – di non averla corteggiata abbastanza nella fase iniziale del rapporto (non l’ho invitata abbastanza spesso al ristorante, non le ho fatto regali)
    – di non aver compiuto una serie di gesti che per lei sarebbero stati importanti (non ho ancora appeso i quadri in casa sua, non ho chiamato un taxi quando le facevano male i piedi per i tacchi, non ho ancora fatto riparare due vetri a casa mia dopo un uragano, giusto per fare degli esempi)
    – ho permesso che mia mamma ci offrisse un aperitivo, quando, ai suoi occhi avrei dovuto pagare io (lei non accetta che i suoi genitori paghino qualcosa per lei in giro)
    – ho permesso che lei pagasse la cena a mia mamma, quando io ho inteso questo gesto come la volontà di sdebitarsi per averci lasciato a disposizione la casa al mare. Anche questo per lei è inconcepibile, avrei dovuto provvedere io
    – di dividere sempre più o meno a metà le nostre spese (nel senso che in vacanza, uscendo sempre a cena, una volta pagavo io e una lei, e così facevamo anche nella vita di tutti i giorni)
    – di averle fatto pagare una cena (la nostra parte) in cui erano presenti anche mio fratello e mia cognata; lei, a suo modo di vedere, non avrebbe mai dovuto tirare fuori il portafoglio in loro presenza.
    Io, non avendo un lavoro sicuro e guadagnando meno di lei, avevo messo in chiaro fin da subito che non sarei stato in grado di sostenere certe spese, e che non mi piace vivere al di sopra delle mie possibilità. Le avevo detto chiaramente che al momento non le avrei potuto garantire alcuna sicurezza a livello economico, che non sarei assolutamente in grado di mantenere una famiglia con il mio solo stipendio. Lei aveva accettato di buon grado le mie argomentazioni, sostenendo che era il discorso di una persona con la testa sulle spalle. E comunque in questi mesi abbiamo fatto tantissimo insieme e non ci siamo privati di nulla.
    Io ora sono lacerato dai dubbi: da un lato mi chiedo se non ho fatto davvero abbastanza per lei, da un altro mi chiedo se lei sia troppo attaccata ai valori materiali, e se non abbia una visione un po’ “arcaica” della vita, che nasce anche dalla diversità culturale e del suo luogo di nascita. Ho letto per esempio che in Russia una donna non paga mai il conto al ristorante, non porta mai una valigia troppo pesante, che l’uomo ha un ruolo e dei doveri ben definiti ai quali non si può sottrarre.
    Cerco di capire se lei è semplicemente stata infatuata o innamorata di me, ed io l’ho lentamente disillusa. Se sia avvenuto quel processo di idealizzazione proprio della fase di innamoramento, seguito dalla disillusione/delusione più totale nel vedere che sono diverso da come si aspettava.
    Al tempo stesso però tutto ciò mi sembra assurdo, quasi paradossale. Mi sembra incredibile che una persona con cui una settimana prima facevo progetti, possa perdere così i suoi sentimenti. Perché esclusi i giorni di crisi lei mi è sempre sembrata felice, lo ha sempre sostenuto, e ho sempre avuto l’impressione che mi amasse. La nostra vita sessuale è stata bellissima, io l’ho trovata subito molto attraente e le mie attenzioni, da quel punto di vista, non sono mai calate nemmeno un attimo. Mi sembra incredibile che improvvisamente abbia una percezione negativa di tutto. O almeno io non riesco a spiegarmi tutto questo in maniera razionale.
    Avendola conosciuta (relativamente) in questi mesi, parlando con un paio di persone di questo atteggiamento, leggendo qualcosa qua e là e ripercorrendo il tempo all’indietro, mi è venuto il sospetto che questo comportamento sia dettato da un qualche disturbo nella sua personalità. Qualcosa che è un misto fra disturbi ossessivi compulsivi e incapacità di amare. Forse cercare di attribuire a lei la responsabilità di quanto successo, è il modo per non attribuirne a me stesso. Ma non ho mai assistito nella mia vita ad un cambiamento così radicale e repentino.
    Qui di seguito elenco una serie di suoi atteggiamenti o esperienze del suo passato che mi danno da pensare:
    – In età postadolescenziale e fino a qualche anno fa, lei ha sofferto di crisi d’ansia, e per questo motivo è stata in psicoterapia per diversi anni. Tuttora assume giornalmente due farmaci, un ansiolitico e, credo, un antidepressivo leggero. Però non è più in terapia e le crisi non si sono ripresentate
    – La sua ansia, in base ai suoi racconti ed al percorso terapeutico seguito, erano conseguenza della responsabilità che si è sentita gravare sulle spalle fin da giovane, e dalla paura di deludere le aspettative che il padre ha sempre riposto nelle figlie (lei e la sorella)
    – Tendenza al perfezionismo, pretesa di perfezione da se stessa e dagli altri
    – Timore di non vedere riconosciuti i propri meriti e bravura in ambito lavorativo, atteggiamento ipercritico nei confronti dei colleghi, convinzione di essere invidiata dalle colleghe di lavoro
    – Ossessione per l’ordine, la pulizia, il rispetto delle regole
    – Costante insoddisfazione o critica verso se stessa: “sono una frana”, “sono grassa”, “i miei capelli fanno schifo”, alternata da momenti di autostima
    – Volontà di controllare gli eventi, attraverso la programmazione
    – Smisurato bisogno di sicurezza economica
    – Paura della solitudine
    – Paura di essere giudicata negativamente
    – Volontà di essere sollevata da responsabilità
    – Parziale mancanza di elasticità mentale e spirito di adattamento
    – Certezza incrollabile, direi dogmatica, in certi valori
    Scusate se sono stato così prolisso, ma io sono innamorato di questa ragazza e vorrei cercare di recuperare il rapporto, anche se al momento lei sembra essere fermamente determinata. Ho scritto così tanto per dare il maggior numero possibile di informazioni, anche se so che è impossibile fare diagnosi a distanza. Forse sono io ad inseguire un ideale, senza rendermi conto di avere effettivamente commesso degli errori. Però questa sua improvvisa “negazione” di tutto l’accaduto (guardarmi come un estraneo), questa negativizzazione di alcuni atti e comportamenti, questa volontà di razionalizzazione estrema, la sua recente affermazione che lei è sempre in crisi per la relazione di cui ho parlato sopra, hanno fatto scattare un campanello d’allarme. Vorrei cercare di capirne di più, sebbene conscio delle sofferenze che possono causare certi rapporti, con personalità sofferenti e problematiche, nel momento in cui si decida di portarli avanti.
    Grazie mille per la pazienza e per eventuali risposte

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