Celiachia e perdita di controllo sul cibo

    Buonasera, sono Anna ed è la prima volta che scrivo su un forum di questo tipo.
    Immagino di essere l’ ennesima ragazza vaga su internet nel tentativo di trovare una parola di conforto, di trovare la forza di prendere in mano la situazione. In parte è così..ma in fondo forse questa mia lettera ha più lo scopo di mettere nero su bianco i pensieri che dominano ormai da tempo la mia mente. Metterli in ordine, ” ad alta voce” , in modo che non siano più solo fantasmi che vagano tra me e me.
    Ho 22 anni. Sono sempre stata una ragazza solare e intraprendente. Da circa 3 anni ho scoperto di essere celiaca e intollerante al lattosio e da lì, un baratro. Una volta mangiavo per fame, voglia e perché no…golosità. Ultimamente l’ alimentazione è diventata un incubo. Prima la fase di negazione e gli sgarri, poi il malessere fisico e la frustrazione, successivamente l’ accettazione e la rassegnazione e per finire la perdita completa del controllo. Ho iniziato prima con l’ aver paura che ciò che introducevo nella mia bocca potesse farmi stare male..e quindi un anno di università in cui il mio peso è calato drasticamente. ( devo ammettere con una certa soddisfazione da parte mia..ma ovviamente non degli altri) Successivamente ho iniziato a compensare con l’ abbuffarmi delle uniche cose concesse solo perché non potevo soddisfare la voglia delle cose ” proibite”
    Ora sono arrivata ad un punto in cui, da persona sicura e autosufficiente quale ero, mi sono ridotta a non sapermi prender cura di me stessa. Alterno fasi di controllo ossessivo a fasi di completo abbandono al cibo. Rifugiata tra le braccia anche fin troppo premurose della mia famiglia mi ritrovo a soffrire della mia incapacità di gestire un aspetto dopotutto così naturale per l’ essere umano.
    Il cibo domina le mie giornate impedendomi di studiare, godermi le piccole gioie della vita.
    Sto studiando per diventare medico..quale grande controsenso. Aiutare gli altri senza riuscir neanche a prendersi cura di sé stessi.
    Ovviamente non pretendo una soluzione ai miei problemi. Mi chiedevo solo se esisteva una fine in fondo a questo tunnel. E soprattutto se si poteva venire a capo di questa situazione da soli, con una buona dose di forza di volontà ..per tornare a mangiare con gusto, spensieratamente e senza più perfezionismo e restrizioni.
    Grazie dell’attenzione.

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    Gentile Anna,
    iniziamo da quando ha scoperto di essere celiaca a 19 anni, periodo di per sè intriso di significativi cambiamenti a cui se ne è aggiunto un ulteriore con la conseguenza della dieta alimentare.
    Il cibo oltre che fonte di sostentamento, nutrimento assume anche un significato psicologico, il mangiare ben diventa un’esperienza psicologica che corrisponde all’appagamento di un bisogno, desiderio. Il cibo è legato a fattori simbolici, sociali e culturali, una delle ragioni per cui un cambiamento nelle abitudini alimentari potrebbe portare a disagi della sfera psicologica.
    Quando il cibo diventa l’unica espressione della propria sofferenza, le abbuffate potrebbero diventare una delle risposte al proprio vissuto affettivo ed emotivo.
    Per rispondere alla sua domanda sull’esistenza di una “fine in fondo a questo tunnel” mi sento di dirle che un percorso psicologico potrebbe aiutarla a far luce e leva sulle sue risorse e capacità di affrontare un cambiamento in modo costruttivo. Il primo passo è quello di avere coscienza di quanto il sintomo sia invasivo nella sua vita, ponendo sempre maggiore attenzione ai suoi desideri e bisogni fino a porsi come obiettivo una nuova consapevolezza del suo rapporto con il cibo e con un processo di cambiamento che potrebbe diventare un buon alleato nell’appagamento dei suoi bisogni e non un nemico da cui sfuggire.

    Cordiali saluti,
    Dott.sa Silvia Bassi

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