Ansia e fobia delle malattie

    Salve! Sono una donna di 37 anni e premetto che, pur essendo andata sempre bene sia a scuola che all’ università, mi sono fermata a cinque esami dalla laurea perchè non riesco a memorizzare nulla. Quando si avvicina la data d’esame, mi sento insicura, per cui rinvio l’esame ormai da cinque anni. Nel frattempo, per avere almeno una base economica, lavoro nel negozio di famiglia (dove non mi pagano abbastanza, provocandomi altre frustrazioni). Non intendo mollare la laurea, perchè davvero ho sudato per arrivare a meno cinque esami dall’obiettivo finale, ma allo stesso tempo mi trovo in una situazione di stallo che mi provoca ansia. Oltre a ciò, ho una costante paura delle malattie (forse deriva dalla mia insoddisfazione nello studio e nel lavoro?) che mi tiene alla larga a medici, esami clinici ecc. A breve mi sposo per cui non so, in caso di gravidanza, come farò a sottopormi ai controlli medici. Il matrimonio sembra mi stia spronando verso lo studio, in quanto ultimamente sto applicando delle memotecniche con cui spero di risolvere il problema della memorizzazione di libri enormi. Inoltre, mi provoca ansia pensare che dopo il matrimonio avrò meno tempo per studiare. Come posso uscire da questo circolo vizioso che non mi fa stare bene? Mi sono sottoposta anche a psicoterapia freudiana per cinque anni ma ho ottenuto risultati solo curando una dipendenza affettiva. Riguardo lo studio, invece, notavo che lo psicologo aveva delle aspettative, stimandomi forse troppo, e ciò mi ha fatto entrare un po’ in ansia, senza risolvere il problema dello studio perchè, pur essendo in cura, continuavo a rinviare gli esami (o ne facevo uno all’anno). Infine, quando esco o guardo un film, mi sento in colpa perchè non studio. Tutto questo sta diventando un vero inferno, anche perchè ho una continua paura di ammalarmi. Ho provato anche i fiori di Bach ma mi danno solo un sollievo momentaneo. Grazie anticipatamente per la risposta.

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    Federico Baranzini - Psichiatra Psicoanalista Milano

    Buongiorno

    intanto le consiglierei di pensare di rivolgersi oltre che ad uno psicoanalista per riprendere il percorso su di sè, anche ad uno psichiatra per valutare la possibilità di affiancare al lavoro psichico anche una terapia ansiolitica che le permetta di vivere la quotidianità (studio, cinema, ragazzo, terapia analitica) con molta meno ansia.

    Secondariamente, le potrei anche suggerire di pensare a rinviare il matrimonio di poco per darsi la possibilità di “ripartire” (ma perchè pensa che avrà meno tempo?) e quindi anche la gravidanza.

    Terzo aspetto, non meno impostante, lavori sul suo perfezionismo: ha programmato tutto nella sua vita? Laurea, lavoro, emancipazione, fidanzamento e matrimonio? E gravidanza certo… E’ proprio sicura che non valga la pena di prenderla per come viene?

    Cordiali saluti

    Federico Baranzini

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