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Dr.ssa Emanuela Venanzoni.
Delusioni sul lavoro e depressione
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Buongiorno,
ho deciso di richiedere un consulto psicologico perchè sento la necessità di parlare con qualcuno dei miei problemi. Da diversi mesi sento proprio di non essere in pace con me stessa. Ho capito che la fonte di questo problema è il fatto di aver ricevuto moltissime delusioni sul lavoro, che per me è una cosa fondamentale, non soltanto perchè ho bisogno di soldi ma soprattutto per sentirmi una persona valida e capace. Dopo l’università, superata brillantemente dopo molti anni di studio e passione, ho iniziato a scontrarmi con il duro mondo universitario. Avrei voluto continuare a fare ricerca (in biologia) ma mi sono scontrata con la dura realtà universitaria: se non si conosce un professore in commissione d’esame, è praticamente impossibile vincere una borsa per frequentare un dottorato. Quindi a nulla è servito avere la media del 30 e una pubblicazione, nel momento in cui il mio professore non ha potuto “aiutarmi” per via del suo scarso “potere” politico. Dopo altri concorsi, ovviamente vinti da studenti “favoriti” ho quindi deciso di iniziare a cercare lavoro in qualsiasi campo, perchè oggi si sa come è la situazione lavorativa.Non ho mai preso in considerazione l’idea di andare all’estero, un po’ perchè non ho comunque soldi per trasferirmi e cercare lavoro all’estero, un po’ perchè non credo che all’estero la situazione sia poi tanto diversa, un po’ perchè il mio fidanzato ha un buon lavoro qui e io qui ci sto bene. Dopo 4 mesi ho trovato un tirocinio di 6 mesi in un acquario. Ho dato tutta me stessa, ho ricevuto mille complimenti per come lavoravo (praticamente a gratis, giusto un rimborso). Ho ricevuto complimenti da tutti i capi e mi era stato promesso che mi avrebbero tenuto. Questo fino a quando è arrivata la fine del tirocinio e l’azienda è entrata in crisi, licenziando alcune persone e, ovviamente non assumendomi. Ho pianto, a nulla sono serviti i complimenti e le scuse dei miei superiori. Da quella seconda delusione mi è crollato il mondo addosso. Subito dopo l’acquario ho accettato un lavoro in nero perchè non ho trovato altro..una cosa che non c’entra niente con la biologia, ovvero sono una semplice segretaria in una scuola di lingue. Anche qui, sto dando il massimo, sono tutti soddisfatti di me, lavoro 8 ore al giorno ma sono pagata 400 euro al mese e so già che non mi faranno mai un contratto. Nel frattempo so già che per me è sfumata ogni possibilità di trovare un lavoro in biologia. Tutti gli anni e la passione che avevo messo negli studi si sono volatilizzati, pazienza. Durante un colloquio in biologia mi sono sentita dire che a 27 anni sono ormai vecchia per trovare il lavoro che volevo. Ho sofferto per quello, soffro ancora. Ma pazienza, l’ho accettato, ho accettato di svolgere qualsiasi altro lavoro. Ma c’è una cosa che mi fa soffrire si più: indipendentemente da dove vado, dal lavoro che faccio, io do il massimo, mi fanno tutti i complimenti, ma nessuno mi offre un contratto, nessuno mi tiene. Non ho mai ricevuto una critica ma nessuno mi assume. Tutto questo ha scaturito in me una crisi profonda, una insicurezza profonda. Inizio a pensare che sia colpa mia. Vedo tutti i miei amici che lavorano, sebbene a tempo determinato. Io non ho mai provato l’ebbrezza di firmare un contratto e sto cadendo sempre più in depressione. Questa cosa sta influendo negativamente anche sulle altre sfere della mia vita, come le amicizie e l’amore.Provo invidia, sono sempre triste, non ho più autostima. Sto male.Cara Gingy88 buongiorno,
non è molto semplice a volte entrare in contatto con la realtà lavorativa che si trova ad affrontare un giovane in questo momento storico; viviamo in una situazione sia sociale che lavorativa molto liquida, fluida che non permette di mettere in un certo senso “radici” e di creare una stabilità che possa poi permettere di spiccare definitavamente il volo verso la completa realizzazione di sè stessi.
Tutto è molto veloce e molte volte come lei ha ben sottolineato le persone meritevoli e capaci non vengono diciamo premiate e non gli viene data un’ulteriore possibilità di crescita, vi si chiede e si chiede in generale molto, per poi a volte ottenere non sempre quello che ci aspetta.
Non è semplice perchè è come se si chiedesse di entrare in contatto con una flessibilità ed una modalità di lavorare che non è quella con cui a volte si è cresciuti e si è abituati a pensare e forse è proprio lì la questione, e questo può generare come le sta accadendo momenti di profonda delusione, rabbia e sensazione di malessere e tristezza e di pensare che è sua la colpa o che non sia capace.
Io le posso dire che per quanto sia difficile è utile non iniziare mai a pensare che a 27 anni sia impossibile entrare di nuovo in contatto con la realtà inerente a quello che ha studiato e nel frattempo, come sta facendo, dedicarsi anche ad altro nonostante non sia quello per cui si è dedicata per tanto tempo e questo dimostra uno spirito di adattamento non da poco.
Forse la cosa che le posso suggerire è di contattare uno specialista, magari soltanto per fare un percorso di accompagno e di sostegno sia al suo stato emotivo e sia rispetto la permeabilità che questa situazione lavorativa sta portando su altri fronti della sua vita che le sta togliendo la serenità ed la spensieratezza.
Come ho sottolineato qualche altra volta ci sono molti colleghi preparati sul territorio con i quali insieme decidere che progetto terapeutico e/o di sostegno effettuare in maniera da concordare il percorso sotto tanti punti di vista, per permetterle di arginare questo stato di insicurezza che tutto ciò le sta comportando.
Un caro saluto.
Dott.ssa Emanuela Venanzoni.